Whatsapp posticipa le nuove regole sui dati

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Dopo la fuga di utenti degli ultimi giorni, Whatsapp sembra aver scelto di posticipare le nuove normative che, comunque, entreranno in vigore entro tre mesi, salvo cambiamenti.

E’ bastato un semplice annuncio da parte di Whatsapp per portare milioni di utenti ad abbandonare le piattaforma passando ad app più sicure e trasperenti come Signal e Telegram, famose per la protezione dei dati degli utenti che le utilizzano.

Whatsapp è corsa ai ripari, optando per riproporre il cambiamento con più calma, con un approccio particolare alla versione Business della pp.

Le modifiche, almeno per ora, non riguardano l’Europa. In ogni caso, sempre meglio utilizzare app più sicure e meno affamate di informazioni, piuttosto che scoprire, magari in futuro, che le nostre informazioni private sono state vendute a terzi come accaduto con il celebre caso Facebook, azienda proprietaria di Whatsapp.

Quello avvenuto, non è affatto un polverone, ma una presa di coscienza degli utenti che, per anni e anni, hanno brattato dati con servizi gratuiti.

Proprio negli ultimi anni, tra leak, attacchi hacker e violazioni della privacy, abbiamo scoperto il prezzo di questi servizi, cosa che sta rendendo pià consapevoli e attenti gli utenti.

Le stesse autorità italiane, hanno visto l’annuncio di Whatsapp come poco chiaro e da analizzare con attenzione.

A far discutere in particolare è la possibilità per le aziende di archiviare le conversazioni avute con gli utenti.

Ecco il testo: «potranno usare le chat che ricevono per i loro scopi commerciali, che possono includere la pubblicità su Facebook».

Questo punto in particolare necessiterà un chiarimento e non si esclude che le nuove regole della app possano portarla a sparire dagli store Europei, proprio per violazione delle regole sulla privacy stabilite dall’Unione.

Il mondo tech sta cambiando molto rapidamente e, il caso di Whatsapp, ha mostrato come in poche ore, gli utenti possano scegliere nuovi servizi, dimenticando rapidamente nomi come Whatsapp, ma anche Facebook o Google.

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