Una notizia da brivido sta agitando la rete.
A quanto pare infatti, gli assistenti vocali di Amazon, Google, Apple e Microsoft sono stati utilizzati da terzi per spiare gli utenti.
Un vero e proprio microfono in casa questa volta, non nelle mani, vagamente più sicure delle grandi aziende, ma di privati.
Un gruppo di hacker “white hat” tedeschi, ha infatti ha dimostrato un modo molto semplice per sfruttare questi device per rubare password e spiare conversazioni.
Gli hacker, hanno sviluppato delle app in grado di superare i controlli di sicurezza dei diversi device.
Le app in questione, mascherate da oroscopo, nascondevano in realtà sistemi che interagiscono con con le IA in questione.
“È sempre stato chiaro che gli assistenti vocali abbiano implicazioni per la privacy, con Google e Amazon che ricevono sample di dialoghi, a volte anche attivando la registrazione in maniera casuale”, spiegano gli hacker su ArsTechnica Fabian Bràunlein. “Ora è stato dimostrato che non solo i produttori, ma anche gli hacker possono abusare di quegli assistenti vocali per intromettersi nella privacy di qualcuno”.
Proprio così, i comandi vocali infatti, una volta attivati possono lasciare il microfono aperto, permettendo a chiunque crei una appa con controlli di questo genere, di continuare e registrare anche al di fuori del comando immesso.
Stiamo parlando di una falla di privacy senza precedenti che potrebbe essere già stata sfruttata in segreto da milioni di applicazioni.
Basti pensare al recente scandalo che vide una squadra di calcio utilizzare le app e il microfono per scoprire chi guardava partite illegalmente.
Gli assistenti vocali diventano una cattiva idea per chiunque tenga anche minimamente alla propria privacy e non voglia vedere le proprie password in mano a perfetti sconosciuti.
L’ennesima falla di un sistema smart che sembra necessiti una revisione totale.
Sicurezza e privacy, devono diventare le priorità sul mercato.