I prezzi degli smartphone stanno crescendo in modo esponenziale, allo stesso tempo però, gli stipendi sono rimasti più o meno gli stessi, creando così un grosso divario tra prezzo e potere di acquisto e trasformando gli smartphone in prodotti non più gestibili e cambiabili annualmente per buona parte dei consumatori. Questo a sua volta finisce per creare cali di vendite che danneggiano in particolare i rivenditori più che le aziende stesse.
La questione è molto delicata e particolare dal momento che, molte tecnologie che sfruttano più o meno gli stessi componenti hanno visto invece un grosso calo di prezzo, basti pensare ai super televisori che troviamo oggi nei centri commerciali, o alle console da gioco, che puntano su prezzi ideali per permettere l’acquisto al maggior numero di persone possibili già al lancio.
Con il nuovo iPhone Xs Pro siamo arrivati a cifre impensabili più di mille euro per uno smartphone che costava nel passato tutt’al più 400 o 500 euro. Un raddoppio vero e proprio, indice di costi di produzione elevati, o forse solo di un tentativo di tenere il mercato a ricavi altissimi per produzioni comunque spesso molto rischiose.
Questa tendenza però non sembra cessare e potremmo trovarci prima o poi di fronte a prodotti da duemila o più euro. Gli smartphone di nuova generazione sfruttano infatti tutta una serie di tecnologie d’avanguardia dal costo esorbitante anche per gli stessi sviluppatori, il tutto viene proposto nel formato più compatto possibile, aumentando di conseguenza i costi. La domanda che ci poniamo però è fino a quando questa tendenza potrà continuare. Stiamo per vedere il ritorno delle tecnologie tra i prodotti che si possono permettere in pochi? O forse le aziende decideranno di rallentare con l’avanzamento (in alcuni casi inutile al fine dell’esperienza utente), tecnologico, proponendo invece modi alternativi di sfruttare hardware più abbordabili.
Di sicuro, la nuova scuderia Apple, Samsung e Huawei sembra far pensare proprio il contrario, sconti o non sconti.